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Fisco: niente controlli su somme esigue

Pubblicato lunedì 2 maggio 2016

L’Agenzia delle Entrate avvia una vera e propria rivoluzione con l’ultima circolare pubblicata, con la quale cerca di dare risposte concrete al tradizionale, ma dilagante in tempi di crisi, malcontento nei confronti della macchina fiscale. E si cambia a partire proprio da quelle che vengono percepite come piccole, fastidiosissime, vessazioni quotidiane: ad esempio i controlli che non si effettueranno più sulle piccole somme (l’importo verrà stabilito in base alle situazioni). Il tutto secondo una linea precisa: “evitare che comportamenti superficiali, arroganti o vessatori portino ulteriore legna al fuoco dell’evasione”.
Per quanto riguarda i controlli, la circolare spiega che l’Amministrazione dovrà affinare sempre di più la qualità dei controlli, evitando lo spreco di energie in contestazioni puramente formali o di ammontare esiguo e concentrandosi piuttosto su concrete e rilevanti situazioni di rischio. Le presunzioni fissate dalla legge a salvaguardia della pretesa erariale (ad esempio gli studi di settore) saranno applicate secondo criteri di proporzionalità e ragionevolezza, grazie alla collaborazione del contribuente che potrà dimostrare e giustificare eventuali anomalie.
Le indagini finanziarie – si spiega ancora – diventano uno strumento da utilizzare solo a seguito di un’attenta analisi del rischio e quando è già in corso un’attività istruttoria.
Nell’ottica di un progressivo miglioramento dei rapporti con i contribuenti e in linea con le indicazioni Ocse, l’Agenzia proseguirà il percorso intrapreso lo scorso anno nel contrasto all’evasione, mettendo a disposizione dei contribuenti nelle comunicazioni inviate, gli elementi di cui è in possesso con l’obiettivo di favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari.
E in questo senso si annuncia anche che, tra le altre, debutterà una nuova comunicazione unica destinata a persone fisiche e imprese individuali, per cui, nel 2012, sono emerse anomalie legate, tra l’altro, a redditi da locazione immobiliare, di lavoro dipendente, di partecipazione, di capitale o plusvalenze di beni relativi all’impresa. <
Oltre all’incrocio delle banche dati per “affinare sempre di più la qualità dei controlli” si interviene anche sulla tassazione degli immobili al centro della querelle con Striscia: “il contribuente – spiega Orlandi – deve poter esporre le sue ragioni prima di essere oggetto di accertamento, non dopo”. Il contraddittorio diventa così “il cuore dell’accertamento sugli immobili”. Insomma l’Agenzia punta con decisione ad un rapporto basato su fiducia e collaborazione e per questo cerca innanzitutto di cambiare.
E Orlandi arriva a ribaltare il concetto, ormai un classico, espresso dall’allora ministro Tommaso Padoa Schioppa (“pagare le tasse è bello”): “è innegabile – ammette – che anche il cittadino più sensibile alla cosa pubblica non si priva volentieri di una parte del proprio reddito”. Quindi: “se esigiamo serietà e correttezza dai contribuenti, dobbiamo noi per primi dare prova di serietà e coerenza nel rispetto dei principi a cui diciamo di ispirare la nostra azione. Noi rappresentiamo lo Stato nell’esercizio di una delle sue funzioni più autoritative, il prelievo fiscale, e perciò dobbiamo operare in modo da guadagnare nell’esercizio di questa funzione il rispetto e la fiducia dei cittadini”.

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