“Anche se la spesa pubblica corrente si è finalmente ridotta nel 2015, gli sforzi fatti non sono sufficienti. La crescita della pressione fiscale indebolisce il nostro sistema produttivo, già stremato da una crisi durissima”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha commentato i dati della ricerca realizzata insieme al Cer, sottolineando che “ridurre il carico fiscale su imprese e famiglie è prioritario. Le nostre imprese non vogliono e non possono più pagare il conto di enti pubblici inefficienti. E soprattutto non vogliono subire trattamenti discriminatori e penalizzanti nel pagamento delle tasse locali”. Per Sangalli, “la via è una e obbligata: controllo serrato della spesa in generale, applicazione rigorosa del criterio dei fabbisogni e dei costi standard, maggiore coordinamento tra i vari livelli di governo. Meno spesa pubblica e meno tasse è la ricetta per un Paese più dinamico e più equo che vuole tornare a crescere e che vuole scongiurare definitivamente il ricorso alle clausole di salvaguardia”.
Quanto alle propesttive economiche per il 2016, Sangalli ha detto che “sarà un anno difficile e pieno di sfide, anche per il dato deludente dell’ultimo trimestre del 2015. L’Italia ha però tutte le carte in regola per crescere, a patto che la legge di stabilità esplichi in pieno i suoi efetti espansivi”.