Focus sulla Legge di Bilancio 2025. Tra le misure approvate incentivi mirati per famiglie, imprese e lavoratori, per la natalità, la riduzione del cuneo fiscale e una nuova struttura dell’Irpef a tre aliquote.
La terza manovra economica del governo Meloni è stata approvata come legge. L’Aula del Senato ha confermato la fiducia all’esecutivo, con 112 voti favorevoli, 67 contrari e un astenuto, dando così il via libera a una Legge di Bilancio da 30 miliardi. Più della metà di questa somma è destinata alla riduzione del cuneo fiscale e alla riforma degli scaglioni Irpef, che diventano strutturali. Questi due provvedimenti sono stati sottolineati come fondamentali da tutti i rappresentanti della maggioranza in Aula.
Inoltre, più di sei miliardi sono destinati al pacchetto famiglia, che include il bonus per i nuovi nati, l’estensione di un mese del congedo parentale e l’ampliamento del bonus mamme per le lavoratrici autonome. Tra le misure più rilevanti, troviamo la riduzione dell’Ires e l’estensione della flat tax per i dipendenti, due provvedimenti fortemente sostenuti da Forza Italia e dalla Lega, anche se al momento sono previsti solo per il prossimo anno.
La manovra ha visto comunque qualche difficoltà all’interno della maggioranza, con la premier Meloni costretta a convocare riunioni urgenti e a richiamare più volte i suoi alleati. In particolare, si è registrata una battuta d’arresto significativa sulla questione del canone Rai, con un conflitto tra FI e Lega che ha portato a un esito negativo per il governo in commissione sul decreto fiscale. Inoltre, è stata parzialmente rivista la proposta di equiparare lo stipendio dei ministri non parlamentari a quello dei colleghi eletti. Tra le normative più dibattute c’è stata quella contro gli stipendi esteri per i parlamentari e i membri del governo, una misura considerata da molti come una risposta diretta a Matteo Renzi.
La manovra di bilancio dispone interventi pari a:
- 30 miliardi di euro nel 2025;
- 35 miliardi di euro nel 2026;
- 40 miliardi di euro nel 2027.
Vediamo le misure previste nel dettaglio.
Pensioni, imprese, famiglia: tutte le novità
Tra le misure principali, novità per pensioni, famiglie, lavoro e agevolazioni per sostenere la ripresa economica e il rilancio del Paese. La manovra ha introdotto anche una riduzione del taglio del cuneo fiscale, una nuova riforma Irpef a tre aliquote strutturali, sostegni alla natalità, ma anche Ires premiale e fondi al Ponte e alla Tav.
Fisco
La revisione del taglio del cuneo prevede per i dipendenti con reddito fino a 20mila euro il riconoscimento di un bonus, per quelli tra 20 e 40mila una detrazione con decalage. Per l’Irpef c’è la stabilizzazione delle aliquote su tre scaglioni. Gli interventi su cuneo e Irpef da soli assorbono oltre 17 miliardi. Ci sono risorse per il sostegno degli indigenti e per gli acquisti con la Carta ‘Dedicata a te’. Per le imprese arriva l’Ires premiale: ridotta di 4 punti per chi accantona almeno l’80% degli utili del 2024 e ne reinveste in azienda almeno il 30% (e non meno del 24% degli utili del 2023). Raddoppia la tassazione sui veicoli aziendali nuovi. Si amplia da 30 a 35mila euro il tetto di reddito da lavoro dipendente per accedere alla flat tax per la parte di lavoro autonomo. La web tax varrà solo per le grandi aziende con ricavi sopra i 750 milioni, la tassa sulle criptovalute resta al 26%. Aumentano le tasse su giochi e scommesse. I pos dovranno essere collegati al registratore di cassa.
La riduzione strutturale del cuneo fiscale
Nell’impianto della finanziaria è prevista la stabilizzazione e il miglioramento delle misure per ridurre il cuneo fiscale sul costo del lavoro, attraverso il riconoscimento di somme che non concorrono alla formazione del reddito del lavoratore e il potenziamento delle detrazioni da lavoro dipendente.
Invece della riduzione di 7 punti percentuali dei contributi carico a carico dei lavoratori dipendenti con un reddito annuo fino a 25.000 euro, o della riduzione di 6 punti percentuali dei contributi a carico dei lavoratori dipendenti con un reddito annuo fino a 35.000 euro, come previsto dalla precedente Legge di bilancio, ora viene riconosciuta:
- ai lavoratori dipendenti con un reddito fino a 20.000 euro, una somma che non concorre alla formazione del reddito;
- ai lavoratori dipendenti con un reddito superiore a 20.000 euro ma non a 40.000 euro, una ulteriore detrazione.
Per i lavoratori con redditi fino a 20.000 euro annui, è previsto un bonus, calcolato in modo inversamente proporzionale al reddito, che non concorre alla formazione del reddito imponibile calcolato nelle seguenti percentuali:
- 7,1% per redditi fino a 8.500 euro;
- 5,3% per redditi tra 8.500 e 15.000 euro;
- 4,8% per redditi tra 15.000 e 20.000 euro.
Per i lavoratori con redditi compresi tra 20.000 e 40.000 euro, è prevista un’ulteriore detrazione dall’imposta lorda:
- 1.000 euro per redditi tra 20.000 e 32.000 euro;
- un importo pari al prodotto tra 1.000 euro e l’importo corrispondente al rapporto tra 40.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 8.000 euro, se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 32.000 euro ma non a 40.000 euro.
Le somme saranno riconosciute automaticamente dai sostituti d’imposta, che recupereranno gli importi tramite compensazione, semplificando l’applicazione della misura.
Famiglia
Cambiano le detrazioni, con una stretta per i redditi oltre i 75mila euro e l’introduzione del cosiddetto quoziente familiare. Arriva anche il “bonus nuove nascite”, un’una tantum da mille euro per ogni nuovo nato in nuclei con Isee sotto 40mila euro. Viene esteso a tutti e reso strutturale il bonus nido (sempre per con Isee fino a 40mila euro). Si allargano i congedi parentali all’80%, per tre mesi invece degli attuali due. Arriva il fondo ‘Dote famiglia’ per le attività extra-scolastiche dei giovani da 6 a 14 anni in nuclei con Isee fino a 15mila euro. Nasce il Fondo per il sostegno e la valorizzazione degli oratori.
Pensioni
Le minime saranno rivalutate nel 2025, passando da 614,77 euro a 617,9. Vengono prorogate le misure di flessibilità in uscita Quota 103, Ape sociale e Opzione donna. Viene anche rafforzato il bonus Maroni per chi sceglie di restare al lavoro. Chi è nel sistema contributivo potrà cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, riuscendo ad anticipare la pensione a 64 anni.
Lavoro
È prorogata per tre anni la maggiorazione del costo ammesso in deduzione per le nuove assunzioni, pari al 20%, elevato al 30% per giovani e donne. Viene rifinanziata la Nuova Sabatini e prorogato al 2025 il credito d’imposta per investimenti nella Zes per il Mezzogiorno. Prorogati per tre anni anche la detassazione dei premi di produttività (dal 10% al 5%). Il tetto dei fringe benefit sale a mille per tutti, duemila per chi ha figli; importi maggiorati per i neoassunti che accettano di trasferirsi ad oltre 100 chilometri da casa.
Sale dal 25 al 30% il limite di detassazione delle mance per i camerieri. Arriva la proroga del fondo di garanzia per le Pmi. Previsto anche un Fondo con 3 milioni in 3 anni a sostegno delle imprese dell’indotto Ilva. Arriva un fondo ad hoc di 70 milioni per finanziare la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili. Sale il fondo per le famiglie vittime incidenti lavoro e c’è anche una stretta contro l’abuso della Naspi.
Casa
Il bonus ristrutturazioni e l’ecobonus restano al 50% per le prime case, scendono al 36% per le altre, con tetto a 96mila euro. Stesso schema anche per il sismabonus, senza tetto di spesa. Prorogato il bonus mobili a 5mila euro. Rinnovate fino al 2027 le agevolazioni sui mutui per l’acquisto della prima casa per gli under 36 e le giovani coppie. Arriva il bonus per elettrodomestici con un contributo massimo del 30% del costo. Non potranno più essere portate in detrazione invece le caldaie a gas.
Sanità
Nuove risorse per finanziare il fabbisogno sanitario nazionale standard, incrementato di 1,3 miliardi nel 2025. Una quota delle risorse è accantonata in vista dei rinnovi contrattuali 2028-2030. Aumentano le indennità di Pronto soccorso e quelle di medici e infermieri. Flat tax al 5% per gli straordinari degli infermieri. Dal 2025 tutte le ricette mediche saranno elettroniche. Risorse in più per la prevenzione del tumore al polmone. Incrementati i fondi del bonus psicologo, arriva il sostegno psicologico a scuola.
PA, Manager e Ministri
Blocco parziale del turnover nella Pa, ad esclusione di enti locali, Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco e ricercatori. Arriva anche il tetto ai compensi dei vertici degli enti che ricevono fondi pubblici. Per questi soggetti non ci sarà l’obbligo dei revisori del Mef ma una stretta sui controlli dei bilanci se gli aiuti statali sono “significativi”. Salta l’equiparazione dei compensi dei ministri non parlamentari con quelli dei colleghi eletti: avranno solo un rimborso trasferte. Scatta il divieto per i compensi esteri, la cosiddetta norma anti-Renzi, anche per i membri del governo.
Rai ed editoria
Prevista una stretta per i costi della Tv pubblica, limitata alle consulenze esterne. Il canone risale da 70 a 90 euro. Arrivano 50 milioni per misure in favore dell’editoria.
Trasporti
Un miliardo in più alla Tav e un altro a Ferrovie per le opere Pnrr. I nuovi fondi destinati al Ponte sullo Stretto sono pari a 1,5 miliardi (con 500 milioni per le opere annesse). Proroga fino a 20 anni per le concessioni elettriche: il maggior gettito va a riduzione delle bollette. Le tasse d’imbarco salgono di 50 centesimi per i voli extra Ue.
Tagli e coperture
Dalla riorganizzazione delle detrazioni si ricava un miliardo, mentre dal capitolo banche-assicurazioni ne arrivano 3,5. Per le banche sono previsti interventi sulle Dta e sulle stock options, mentre le assicurazioni dovranno versare annualmente l’imposta di bollo. Un ulteriore contributo di 400 milioni arriva dalle banche per il taglio dell’Ires. Nel triennio 2025-2027 la spending review a carico dei ministeri prevede tagli per circa 7,7 miliardi.
Confcommercio: “Bene la riduzione strutturale del cuneo fiscale e sistema Irpef a tre aliquote”

“Bene le misure strutturali in materia di Irpef e di riduzione del cuneo fiscale. Ma, anche in considerazione dell’impatto del fiscal drag sui redditi di medio livello e del forte rallentamento della congiuntura economica, occorre perseguire – con il supporto degli esiti del concordato preventivo biennale e a vantaggio del circuito redditi-fiducia-consumi – la riduzione dal 35% al 33% della seconda aliquota Irpef, nonché l’innalzamento del corrispondente scaglione di reddito da 50mila a 60mila euro”: così Luigi Taranto, segretario generale di Confcommercio-Imprese per l’Italia, in occasione dell’incontro del 13 novembre scorso tra Governo e organizzazioni imprenditoriali sulla manovra di bilancio per il 2025.
“Sul versante dei redditi d’impresa – ha proseguito – è necessario procedere all’attuazione dei principi della delega di riforma del sistema fiscale in materia di Irpef (per imprenditori individuali e soci d’impresa) e Ires premiali per favorire il reinvestimento degli utili in azienda”, mentre per quanto riguarda il sostegno agli investimenti per Confcommercio sono necessari “maggiori stanziamenti per il credito d’imposta per la Zes Unica Sud” e “una specializzazione della misura a supporto delle pmi, riservando invece agli investimenti di grandi dimensioni strumenti incentivanti più coerenti con tali operazioni, come i contratti di sviluppo e i contratti d’area”. In più “occorrono tempestiva operatività e rafforzamento degli stanziamenti a sostegno degli investimenti per l’offerta turistica, anche con obiettivi di destagionalizzazione, digitalizzazione e sostenibilità”.
“Bisogna poi monitorare – ha concluso il segretario generale di Confcommercio – gli impatti della programmazione finanziaria per lo sviluppo infrastrutturale del Paese. Bene il rifinanziamento delle misure a supporto dell’intermodalità e la scelta di non rialzare l’accisa sul gasolio (che resta però la più alta dell’Ue). Preoccupa, però, la riduzione della dotazione finanziaria del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per oltre 800 milioni di euro nel triennio 2025-2027. Inoltre, va riconsiderato il severo ridimensionamento previsto per il fondo automotive: serve, infatti, un adeguato supporto a una filiera già fortemente gravata dagli effetti della difficile transizione energetica”.
Intervenendo in sede di audizione sul disegno di legge di bilancio per il 2025, davanti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato il 4 novembre scorso Taranto, aveva sottolineato che “la congiuntura economica appare in forte rallentamento. Gli ultimi dati, sebbene ancora provvisori, suggeriscono la presenza di diffusi elementi di fragilità, in particolare nel funzionamento del circuito redditi-fiducia-consumi. La nostra previsione per la chiusura del 2024 è di un PIL in crescita non oltre lo 0,8%, con rischi orientati al ribasso. E l’indebolimento della prospettiva di crescita rende più arduo il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica fissati per il 2026”.
“Il tratto distintivo della manovra – ha proseguito Taranto – è la scelta di rendere strutturali, a partire dal 1° gennaio 2025, l’accorpamento delle aliquote IRPEF in tre scaglioni e gli effetti delle misure di riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti. Resta, però, la necessità di perseguire, anche con il supporto degli esiti del concordato preventivo biennale, la riduzione dal 35% al 33% della seconda aliquota IRPEF, nonché l’innalzamento del corrispondente scaglione di reddito da 50.000 a 60.000 euro. Ciò anche in considerazione dell’impatto del drenaggio fiscale sui redditi di medio livello. Parimenti, è urgente, sul versante dei redditi d’impresa, dare attuazione ai principi della delega di riforma del sistema fiscale in materia di IRPEF (per imprenditori individuali e soci d’impresa) ed IRES premiali per favorire il reinvestimento degli utili in azienda e nuovi investimenti a sostegno dell’innovazione”.
“Bene – ha osservato ancora il Segretario generale di Confcommercio-Imprese per l’Italia – gli interventi in materia di detassazione dei premi di produttività e dei fringe benefits, nonché la conferma della super-deduzione del costo del lavoro per le assunzioni a tempo indeterminato. L’auspicio è che queste misure incentivanti, previste per il triennio 2025-2027, diventino, anch’esse, strutturali. Per il settore turistico ricettivo, della somministrazione di alimenti e bevande e degli stabilimenti termali, bene anche la conferma delle agevolazioni fiscali per il lavoro notturno e gli straordinari festivi. Si auspicano, inoltre, tempestiva operatività e rafforzamento degli stanziamenti a sostegno degli investimenti per l’offerta turistica, anche con obiettivi di destagionalizzazione, digitalizzazione e sostenibilità. Servono, inoltre, strumenti specifici (detrazioni fiscali) per incentivare i consumi culturali”.
“Quanto al rifinanziamento del credito d’imposta per la ZES Unica Sud, si segnala – ha evidenziato Taranto – la necessità di rafforzare lo stanziamento per il 2025, nonché di specializzare l’intervento a supporto degli investimenti delle PMI, riservando, invece, agli investimenti di grandi dimensioni strumenti incentivanti più coerenti con tali operazioni, come i contratti di sviluppo e i contratti d’area”. “Da monitorare – ha concluso il Segretario generale di Confcommercio Imprese per l’Italia – gli impatti della programmazione finanziaria per lo sviluppo infrastrutturale del Paese. Bene il rifinanziamento delle misure a supporto dell’intermodalità e la scelta di non rialzare l’accisa sul gasolio (che resta però la più alta dell’UE). Preoccupa, però, la riduzione della dotazione finanziaria del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti per oltre 800 milioni di euro nel triennio 2025-2027. Colpisce, inoltre, il severo ridimensionamento previsto per il fondo automotive: occorre riconsiderarlo per garantire un adeguato supporto ad una filiera già fortemente gravata dagli effetti della difficile transizione energetica”.
Fipe: “bene la detassazione delle mance, ma accelerare l’adeguamento dei Pos“
Fipe-Confcommercio esprime apprezzamento per la modifica alla norma sulla detassazione delle mance contenuta nella legge di bilancio 2024 (si alza al 30% il limite per la detassazione delle mance che il personale che lavora in bar o ristoranti riceve dai clienti, ndr), un intervento che rappresenta “un passo avanti importante nel riconoscimento del valore e della professionalità dei lavoratori del settore della ristorazione e dell’ospitalità, incentivando la qualità del servizio”. Pur accogliendo con favore l’aggiornamento della misura, Fipe evidenzia poi però che ”a due anni dall’introduzione della prima norma, molti sistemi Pos risultano ancora non aggiornati. Un ritardo dovuto a inefficienze e lentezze da parte del sistema bancario-finanziario e dei fornitori di servizi di pagamento, che non hanno adeguato tempestivamente le infrastrutture tecnologiche necessarie per la gestione delle mance in modalità digitale”. La Federazione auspica, dunque, “una maggiore collaborazione da parte degli istituti bancari e dei gestori dei servizi Pos per facilitare l’applicazione effettiva della normativa”. “L’adozione di strumenti aggiornati è essenziale per rendere le operazioni più semplici, efficienti e a vantaggio sia dei lavoratori che degli esercenti. La Federazione continuerà a lavorare al fianco delle istituzioni e degli operatori del settore per garantire che le misure adottate a beneficio del comparto si traducano in risultati concreti, valorizzando il lavoro nei pubblici esercizi e migliorando la competitività delle imprese italiane”, conclude la Fipe.
Conftrasporto: “bene le modifiche al codice doganale e l’introduzione del reverse charge”
“Bene l’accoglimento da parte del Governo delle istanze del settore della logistica con l’introduzione di alcune modifiche significative al nuovo codice doganale”. Così Conftrasporto-Confcommercio che si riferisce, in particolare, al regime sanzionatorio, che, nella sua formulazione originaria, avrebbe di fatto paralizzato le attività degli spedizionieri doganali e l’intera catena logistica con pesanti ripercussioni sull’intero sistema economico nazionale. È stata così accolta la richiesta avanzata dalla stessa Conftrasporto-Confcommercio insieme ad Anasped (spedizionieri doganali) e Assocad (centri di assistenza doganale) nell’incontro dello scorso 22 novembre con il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo.
“Un altro elemento di rilievo – prosegue la Confederazione – è l’introduzione del meccanismo di reverse charge nei contratti di appalto per la movimentazione delle merci. Questo intervento, pienamente condiviso da Conftrasporto-Confcommercio, mira a garantire maggiore trasparenza e legalità nelle operazioni del settore”.
“Con queste modifiche – dichiara il vicepresidente di Confcommercio e presidente di Conftrasporto, Pasquale Russo – il Governo dimostra una visione lungimirante dando risposte concrete alle esigenze del sistema logistico italiano, rafforzandone efficienza e competitività. Sosteniamo, dunque, l’emendamento presentato nel corso dell’approvazione della legge di Bilancio che rende sicuri e competitivi i traffici che transitano per i nostri scali, allineando il sistema italiano agli altri Paesi europei”.
Aires: “grande soddisfazione per l’istituzione del bonus elettrodomestici”
Sta per concludersi positivamente con il voto dell’Aula di Montecitorio l’iter parlamentare del bonus elettrodomestici – incentivo dedicato all’acquisto di grandi elettrodomestici di elevata efficienza energetica, prodotti in Europa, con la sostituzione contestuale di apparecchi meno performanti – che è stato ufficialmente inserito nella manovra economica 2025 tramite un emendamento del Governo. Questa misura, che prevede un fondo con una dotazione iniziale di 50 milioni di euro istituito presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, “mira a tutelare la produzione nazionale sostenendo le famiglie nei consumi e incentivando l’acquisto di prodotti più efficienti ed ecosostenibili. Così – ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso – coniughiamo sviluppo industriale e transizione green”. Il contributo sarà fruibile per l’acquisto di un solo elettrodomestico, con un incentivo pari a 100 euro, elevato a 200 euro per i nuclei familiari con un Isee inferiore a 25mila euro. Contestualmente al nuovo acquisto, sarà obbligatorio provvedere allo smaltimento degli elettrodomestici obsoleti attraverso il corretto riciclo.
“Siamo molto soddisfatti per l’istituzione di questo contributo. Ne abbiamo infatti caldeggiato l’approvazione sin dal momento in cui è stato proposto come emendamento alla legge di Bilancio. Questa agevolazione – ha commentato il presidente di Aires-Confcommercio, Andrea Scozzoli – va assolutamente nella giusta direzione: in primo luogo per l’efficienza energetica del Paese e poi perché risponde concretamente alle esigenze degli italiani, consentendo di acquistare prodotti nuovi e molto più efficienti in termini di risparmio energetico. Inoltre si tratta di una misura utile per il rilancio di un comparto che rappresenta una quota significativa del fatturato dei rivenditori. Guardiamo dunque al 2025 con fiducia e con rinnovato entusiasmo, consci delle sfide che ci attendono ma anche confortati nel vedere riconosciuta l’importanza del nostro settore per il bene comune del Paese”.
Adf: “bene le prime, indispensabili misure”
La legge di bilancio 2025 “introduce misure indispensabili a garantire la sostenibilità del servizio della distribuzione intermedia farmaceutica nel più ampio contesto sanitario nazionale”. Lo affermano le due sigle nazionali del settore (Adf e Federfarma Servizi), che ritengono gli interventi previsti in finanziaria soltanto il primo passo di un percorso che “grazie ad una visione strategica di politica sanitaria di questo Governo rafforzerà l’intera catena logistico-distributiva del farmaco”.
“Da numerosi anni i distributori intermedi attendevano misure tangibili a supporto delle loro aziende per garantire la sostenibilità del servizio pubblico essenziale svolto e che solo ora, con la manovra del 2025 e grazie ad una visione strategica del Ministero della Salute, iniziano finalmente a realizzarsi. Si tratta di un importante segnale di attenzione da parte del Governo per la nostra categoria, che trova oggi un primo, concreto sostegno a beneficio anzitutto del bisogno di salute dei cittadini”, afferma Walter Farris, presidente dell’Associazione Distributori Farmaceutici (Adf-Confcommercio).
Le misure previste dalla legge di bilancio – ai distributori intermedi viene assegnato un incremento della remunerazione pari allo 0,65% sul prezzo dei farmaci SSN di classe A – non consentono tuttavia di risolvere il problema sistemico della sottoremunerazione originatasi con il taglio del margine dal 6,65% al 3% determinato quindici anni fa dalla legge 122/2010.
“Con questa manovra finanziaria la catena logistico-distributiva del farmaco trova un primo, reale sostegno. Auspichiamo che questo si configuri come l’avvio di un percorso strutturale di attenzione e valorizzazione del servizio pubblico svolto quotidianamente dai distributori intermedi. Il nostro comparto, a differenza di altri operatori, ha patito l’assenza di qualsiasi intervento a sostegno dell’indispensabile ruolo avuto anche durante l’emergenza sanitaria generata dal Covid, pur avendo continuato a garantire il servizio alla collettività con margini che da molti anni non coprono neanche i costi operativi delle aziende”, dice da parte sua Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi.
“Apprezziamo dunque l’attenzione che il Ministero della Salute e questo Governo abbiano voluto riservare alla categoria in un’ottica di efficienza del Sistema sanitario e di servizio al cittadino – concludono i due presidenti – e auspichiamo che non manchino prossime occasioni di dialogo con le Istituzioni e i partner di filiera nel comune obiettivo di contribuire all’equo ed universale accesso ai medicinali ed ai servizi sanitari nazionali”.
Documenti Associati
Piano di Bilancio
Articolo tratto da confcommercio.it